FRONTIERE

Biscardini: Riaprire i Navigli per rendere la città più verde

Leonardo Servadio

«È vero che da un po’ non se ne parla tanto, ma sono ottimissta» dichiara Roberto Biscardini, urbanista già assessore regionale ai Trasporti e fondatore dell’associazione Riaprire i Navigli. «Il problema è che il progetto di riapertura del tratto urbano dei Navigli, per una lunghezza di circa 8 chilometri tra la Martesana a nord e la Darsena a sud, è stato recepito come attinente al sistema dei trasporti. In realtà è ben più di questo. È un sistema per rendere più amichevole il clima urbano, aumentare il verde in città e dare nuova qualità all’ambiente. La riapertura dei navigli è fondamentale per contribuire al rilevante sforzo innovativo richiesto dall’Unione Europea per contrastare gli effetti del cambiamento climatico e della perdita di biodiversità, e per aumentare la qualità urbana, secondo gli auspici dei Ministri dell’ambiente dell’UE. Su questo ho insistito presso l’Amministrazione cittadina e su questo confido vi sia sensibilità e buona volontà. Intanto la MM ha già pronta l’ingegnerizzazione del progetto».

Progetto di riapertura dei Navigli a Milano
Via Melchiorre Gioia oggi. Foto LucaChp/Wikimedia

 

 

La rete dei navigli nella valle Padana, nel XX secolo.

 

Milano è per tradizione una città d’acqua, essendo al centro della rete dei navigli che scorrono nella Pianura Padana: riaprirne il tratto che attraversa la città consentirebbe di riallacciare tutta questa trama oggi interrotta. «Ma soprattutto – evidenzia Biscardini – lungo gli argini, accanto ai percorsi ciclopedonali, alle panche, alle nuove botteghe, si potrebbero piantare centinaia di nuovi alberi e aprire aiole. Non v’è grande città europea che non abbia compiuto operazioni di questo genere. Penso a Madrid: le rive del Manzanares per ampi tratti recentemente sono state rese giardini dove si può passeggiare. E non è lo stesso a Parigi, Francoforte, Londra, l’Aia e tante altre città? Fiumi e canali sono un pregio che viene sempre valorizzato. E Milano, oltre ai fiumi, ha i navigli».

Non vi sono problemi di finanziamento? «La riapertura dei navigli nel tratto urbano richiede circa 500 milioni di euro. La sistemazione dei tratti extraurbani, con conche e ponti, nell’area della città metropolitana ne richiede altri 500. Poiché si tratta di un progetto di rilevanza ambientale, è legittimo ambire a ottenere i finanziamenti europei. E oltre a questo vi sono imprenditori privati che, consci dell’importanza di permettere alla città di mantenersi al livello di una metropoli di primo piano, sono disponibili a contribuire. Non stiamo parlando di utopie. Già nell’800 Carlo Cattaneo evidenziava l’importanza dei navigli per l’evoluzione di Milano». La loro riapertura è coerente con l’intento di ridurre il peso delle automobili sul tessuto urbano, a vantaggio della qualità di vita degli abitanti.

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