FRONTIERE

Milano. Il rinascimento secondo Bill Viola

Bill Viola The Raft, May 2004 Video/sound installation Color high-definition video projection on wall in a darkened space; 5.1 channels of surround sound, 3,96x2,23 m 10:33 minutes Performers: Sheryl Arenson, Robin Bonaccorsi, Rocky Capella, Cathy Chang, Liisa Cohen, Tad Coughenour, James Ford, Michael Irby, Simon Karimian, John Kim, Tanya Little, Mike Martinez, Petro Martirosian, Jeff Mosley, Gladys Peters, Maria Victoria, Kaye Wade, Kim Weild, Ellis Williams Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio (Courtesy Palazzo Reale)

Silvana Di Stefano

Finalmente Milano ci offre una mostra su Bill Viola, il visionario artista americano tra i primi a dare dignità artistica alle video-istallazioni, forse il più grande artista al mondo nella videoarte, inspiegabilmente assente fino a questo momento dai luoghi più importanti dello scenario espositivo milanese.

La mostra è prodotta da Arthemisia che per la seconda volta si cimenta nell’organizzare una rassegna dedicata ad un artista vivente (dopo quella di Zerocalcare alla Fabbrica del Vapore).

In esposizione sedici lavori, anzi sedici capolavori che riassumono circa trent’anni del percorso artistico e poetico di Bill Viola.

Troviamo esposte opere che testimoniano il forte influsso che l’arte rinascimentale italiana ha avuto su Viola, assorbita durante la sua permanenza a Firenze negli anni ’70, quando rimase particolarmente impressionato dal fatto di trovarsi letteralmente immerso tra opere d’arte “vive”, abituato com’era ad ammirarle nei musei, fuori dal contesto per cui erano state create.

Bill Viola
The Greeting, 1995
Video/sound installation
Color video projection on large vertical screen
mounted on wall in darkened space; amplified stereo
sound
Projected image size: 2,8×2,4 m
10:22 minutes
Performers: Angela Black, Suzanne Peters, Bonnie
Snyder
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio
(Courtesy Palazzo Reale)

In mostra troviamo Greeting del 1995, che si ispira alla Visitazione del Pontormo, con uno slow motion talmente coinvolgente da far sentire sulla pelle del visitatore la brezza che agita gli indumenti e i capelli delle donne; Emergence del 2002 ispirato al Cristo in Pietà di Masolino da Panicale, che propone in schemi classici, ma drammaticamente rivisitati, i temi cari a Viola, la morte, la vita e di nuovo la morte, come se vita morte e rinascita fossero talmente compenetrate le une nell’altre, da non poterle definire in maniera assoluta.

Bill Viola
Emergence, 2002
Video installation
Color high-definition video rear projection on screen
mounted on wall in dark room
Projected image size: 213×213 cm
11:40 minutes
Performers: Weba Garretson, John Hay, Sarah Steben
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio
(Courtesy Palazzo Reale)

Elementi naturali simbolici del passaggio dalla vita alla morte sono l’acqua e il fuoco, che caratterizzano la maggior parte delle video istallazioni di Viola, particolarmente nel trittico Ocean without a shore del 2007, in cui ogni parte di esso, utilizzando l’elemento fuoco o l’elemento acqua, si trasforma in un passaggio dalla vita alla morte e viceversa. O nel travolgente Tristan’s ascension (the sound of a mountain under a waterfall) del 2005, di grande impatto sonoro oltre che visivo, una cascata d’acqua ascendente che riporta in vita un corpo che sale al cielo.

Bill Viola
Tristan’s Ascension (The Sound of a Mountain Under
a Waterfall), 2005
Video/sound installation
Color high-definition video projection; four channels of
sound with subwoofer (4.1)
Projected image size: 5,8×3,25 m
10:16 minutes
Performer: John Hay
Photo: Kira Perov © Bill Viola Studio
(Courtesy Palazzo Reale)

L’acqua è ancora elemento fondamentale in The raft del 2004, uno dei video più lunghi, in cui una folla di persone di ogni genere, etnia, colore, ceto sociale, ricchi, poveri, indifferenti l’uno all’altro, si trova improvvisamente abbattuta da una gigantesca ondata d’acqua che la travolge lasciando tutti a terra bagnati, tramortiti, increduli, doloranti, come naufraghi su una zattera dopo una tempesta, che forse ha il merito di avere instillato la consapevolezza della necessità della solidarietà per la sopravvivenza del genere umano.

La scelta della sede a Palazzo Reale che, come fa notare il direttore Domenico Piraina, non frequentemente ospita esposizioni di videoarte, o di arte contemporanea, si è rivelata invece particolarmente appropriata anche per una mostra così tecnologicamente avanzata, forse per i legami che uniscono Viola all’arte antica, che si scoprono spesso anche nei formati quali trittici, predelle, altari. A questo proposito non possiamo non ricordare che nella basilica milanese di San Marco tra i tanti tesori di arte medievale e gli affreschi di Bernardino Luini, in una cappella del transetto è collocata in permanenza la video istallazione del trittico dei pellegrini, donazione dello stesso Viola alla chiesa, a rimarcare la continuità della sua arte con quella del passato (il legame dell’artista con l’arte antica è dato da un’altra curiosa circostanza: la sua famiglia è originaria di Dumenza, borgo in provincia di provincia di Varese che diede i natali a Bernardino Luini).

L’architettura della sede espositiva è un elemento non secondario in una mostra così coinvolgente dal punto di vista emotivo come questa. A questo riguardo si ricorda come una mostra di Viola era stata perfettamente inserita negli spazi del Palazzo delle esposizioni nel 2008 a Roma, ma non altrettanto qualche anno dopo a Villa Panza a Varese.
Gli ambienti solenni e bui di Palazzo Reale, che hanno subito distruzioni e ricostruzioni, sembrano invece, a parere di Kira Perov, moglie di Viola e curatrice dell’esposizione, la sede ideale per l’allestimento della mostra di un artista che pone la transizione al centro della sua poetica .

Ricordiamo che la visita richiede tempo, ogni video dura diversi minuti, lo slow motion è talvolta talmente estremo da svelare ogni minimo impercettibile movimento dei volti, degli occhi, delle mani, da lasciare il visitatore in uno stato quasi meditativo che a volte genera angoscia: l’impatto emotivo è molto forte. Ma resta comunque, a parere di chi scrive, una mostra imperdibile.

Bill Viola
Palazzo Reale

24 febbraio-25 giugno 2023

Martedì-Domenica ore 10:00-19:30
Giovedì ore 10:00-22:30
Lunedì chiuso

Biglietti:
Open € 17,00
Intero € 15,00
Ridotto € 13,00

Catalogo Skirà     www.palazzorealemilano.it

L’articolo è presente anche su:  https://romaculturamensile.wordpress.com/2023/03/01/bill-viola-racconti-in-video-arte/

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