
Da tempo le opposizioni in Spagna bollano di “Sanchismo” l’attuale governo, sulla falsariga del regime cubano detto castrismo, o di quel che fu detto stalinismo in Russia. Da un po’ di tempo tale governo pare scricchiolare sotto il peso di un affastellarsi di scandali che nel complesso assumono una dimensione inusitata.
Cerchiamo di inquadrare, in modo necessariamente succinto, due questioni di fondo di questa situazione: 1 che cos’è il “sanchismo”; 2 quali sono le direttrici lungo le quali si muovono gli scandali che lo affliggono.
1. Tra centralismo e autonomismo
Diversi sono i problemi attorno a cui ruota il conflitto tra governo e opposizione nella Spagna di oggi. Quello più evidente riguarda l’alternativa tra centralismo e indipendentismo. In questi anni recenti la Catalogna e i Paesi baschi, i cui rappresentanti politici nel parlamento di Madrid sono essenziali per la formazione e per la permanenza del governo di Sanchez, hanno aumentato le loro pretese indipindentiste.
Al riguardo le “due Spagne” di cui parla Machado (Españolito que vienes / al mundo te guarde Dios. / Una de las dos Españas / ha de helarte el corazón) si sono configurate così negli ultimi anni: da un lato le forze vicine al governo di Sanchez, che si autodefiniscono progressiste e che includono, oltre al Psoe, diversi movimenti separatisti catalani e baschi e diversi movimenti di “estrema sinistra” che hanno mutato nomi e assetti nel volgere di pochi anni (Podemos, Izquierda Unida, Más País, Sumar). Dall’altro lato il Partido popular (PP, vincitore delle più recenti elezioni politiche ma non capace di aggregare una coalizione di maggioranza in parlamento) e alla sua destra Vox. La politica di Sanchez a fronte di queste tensioni è stata di cercare compromessi. Questo ha dato un buon risultato elettorale al Psoe nelle più recenti elezioni catalane, ma non ha sopito le pretese indipendentiste.
Si è configurata l’ipotesi di una possibile trasformazione della Spagna in un paese federale, e Sanchez si è mostrato favorevole a tale potenziale sviluppo. Si tratterebbe di arrivare a qualcosa tipo gli Stati Uniti di Spagna, dove regioni quali la Catologna, i Paesi baschi, Valencia, le Baleari, la Galizia, passerebbero dalla condizione di “comunità autonome” a quella di “stati indipendenti”, con organi di sicurezza e sistemi sanitari, educativi, impositivi, servizi amministrativi e lingue propri.
E tale marcia verso l’estremizzazione dell’attuale regime di autonomia – la cui evoluzione gli oppositori del “sanchismo” oggi attribuiscono al governo attuale – tenderà a proseguire, se non vi sarà un netto rivolgimento politico.
2. Corruzione?
Il motivo per il quale si vede scricchiolare il governo Sanchez ha a che fare bensì col fatto che le opposizioni oggi contrastano a spada tratta le pretese indipendentiste, ma soprattutto col cumulo di casi di corruzione. Nulla di nuovo, si potrebbe dire: già i governi di Felipe Gonzalez (quattro, dal 1982 al 1996) furono segnati da alcuni scandali e Mariano Rajoy nel 2018 dovette cedere il governo anche a conseguenza di uno scandalo di finanziamenti illeciti. Ma attorno a Sanchez ne sono spuntati veramente tanti. Difficile descriverli tutti. Vediamo quelli più evidenti.
Un momento cruciale ha riguardato l’accusa di “traffico di influenze” a carico della moglie del premier, Begoña Gómez che avrebbe mediato finanziamenti pubblici a aziende amiche e ottenuto facilitazioni per corsi da lei tenuti all’Università Complutense di Madrid (v. https://www.frontiere.eu/lo-scandalo-relativo-alla-moglie-del-presidente-pedro-sanchez-apre-una-nuova-fase-di-scontro-in-spagna/ ).
Ma Begoña Gómez è più di questo. Prima di sposarsi con Sanchez, aveva lavorato come contabile per l’impresa di suo padre, secondo quanto riferisce The Objective (https://theobjective.com/espana/2025-06-10/negocio-sexual-familia-begona-gomez-saunas-prostibulo/ ). Sabiniano Gómez, questo il nome del genitore, era proprietario di attività ricreative la prima delle quali era una sauna nel centro di Madrid chiamata “Adán” (Adamo). Stando a quel che se ne dice, era frequentata da molti omosessuali e vi era praticato il meretricio. Fu aperta nel 1988 e oltre a quella, altre attività simili furono direttamente gestite dal padre della Gómez sino al 2012, quando passò tali attività a una società.
La stampa amica di Sanchez ha contrastato questo scandalo ponendo in evidenza che chi ha reso noti i fatti relativi alla sauna in questione è un certo commissario Villarejo, ex poliziotto che si è dedicato a spiare, tramite microfoni nascosti e telecamere, le attività di personaggi politici e di altri personaggi rilevanti, per ricattarli e/o per farne oggetto, appunto, di scandalo.
Ma la cosa buffa è che Villarejo usava proprio quelle saune, o postriboli, per raccogliere le sue informazioni per fini ricattatori o scandalistici. È plausibile ritenere che tali attività non fossero note al gestore dei locali?
Ne risulterebbe insomma che la famiglia della moglie del Presidente si giovasse delle attività di raccolta di informazioni compromettenti da parte di quella che è usualmente indicata come la “cloaca” (questo il termine con cui si definisce chi conduce attività di spionaggio e/o promozione di scandali a danno di personaggi pubblici).
Tra i vari aspetti ironici di tale situazione c’è che la denuncia contro Begoña Gómez da cui è nata l’indagine nei suoi confronti è partita da un sindacato di avvocati di estrema destra legato a Fuerza Nueva, nel quale militava anche un fratello del padre di Begoña. La stessa attività di saune di quest’ultimo avrebbe preso avvio anche grazie al supporto di un avvocato legato ai corpi di polizia che praticavano quelle attività spionistiche.
Insomma a guardare dentro la trama di contatti familiari e politici della famiglia del presidente del governo, ci si imbatte in un seguito di personaggi strani, che operano nell’ombra, ai margini della legge e sguazzano nei ricatti.
Gli scandali
Quelli più recenti riguardano la “trama Koldo”, le presunte operazioni sporche di José Luis Àbalos, di Santos Cerdán e di Víctor de Aldama,
Chi sono costoro? Koldo García è un ex consulente di Àbalos, il quale è stato ministro dei Trasporti dei due governi Sanchez, dal giugno 2018 al luglio 2021. Koldo è stato arrestato nel febbraio del 2024 per un presunto traffico di tangenti collegate alla compravendita di mascherine quando si diffuse la pandemia Covid (si parla di un valore di 53 milioni di euro).
Àbalos si è presentato come estraneo ai comportamenti attribuiti a Koldo, per quanto questo fosse il suo uomo di fiducia, tuttavia ha accettato di allontanarsi dal Psoe e di aderire al gruppo misto al congresso. La sua pretesa estraneità è stata messa in dubbio quando nell’ottobre 2024 le indagini hanno portato a ipotizzare un suo ruolo attivo nel traffico di mascherine e sono emerse diverse altre questioni, attinenti per esempio a proprietà da lui detenute in alcuni paesi latino americani.
Un caso particolare, ancora avvolto nel mistero, è chiamato “Delcygate”: Delcy Rodriguez era (è tuttora) vicepresidente del Venezuela. Per il dissidio tra Unione Europea e il regime venezuelano, le era vietato mettere piede nell’Unione ma il 20 gennaio del 2020 atterrò a Madrid e si incontrò, si dice dentro l’aeroporto, con Àbalos. Pare che Sanchez fosse al corrente dell’incontro. A quell’incontro l’allora ministro dei Trasporti giunse insieme con Koldo ed era presente Aldama. Il mistero dell’incontro non riguarda solo quel che si sono detti, ma anche che Delcy lasciò una quarantina di valigie delle quali non si sa dove siano state portate né che cosa contenessero. Si specula contenessero denaro liquido che avesse qualcosa a che fare col salvataggio di Air Europa compiuto dal governo spagnolo con la mediazione di Begoña Gómez.
Víctor de Aldama è un imprenditore collegato a quel che viene chiamata la “trama de hidrocarburos”. Ha contatti con diversi paesi esteri e in particolare col Venezuela. La citata trama riguarda il commercio di petrolio con relative mazzette. Suo fratello, Rubén de Aldama era il guardaspalle di Àbalos. Aldama è stato arrestato e avrebbe compiuto rivelazioni che riguardano trame corruttive del Psoe, in particolare legate a Santos Cerdán.
Santos Cerdán è stato fino al giugno del 2025 segretario organizzativo del Psoe e deputato nel parlamento nazionale. È indagato dalla Unidad Central Operativa (UCO), il settore della Guardia Civil specializzato nelle investigazioni sulla criminalità organizzata, per varie questioni attinenti alla ricezione di tangenti.
Tra gli altri casi di cui si parla da qualche anno, c’è quello che riguarda il fratello di Pedro Sanchez, David. Per lui il Comune di Badajoz ha creato la posizione particolare di capo dell’Ufficio di Arti sceniche. In precedenza, dal 2017 aveva l’incarico di “coordinatore delle attività dei Conservatori”. (Pedro Sanchez aveva già da tempo responsabilità politiche nazionali: è stato segretario generale del Psoe dal 2014 al 2016 ed è tornato a esserlo dal giugno 2017). Nel suo caso le accuse riguardano malversazione e traffico di influenze: sono simili a quelle per le quali è indagata la moglie di Sanchez.
Un altro caso che da tempo ha assunto rilevanza nel dibattito pubblico riguarda il Fiscal General del Estado (Procuratore Generale dello Stato, responsabile di coordinare le attività delle varie Procure). Il 10 giungo 2025 il Tribunale Supremo ha deliberato di mettere sotto processo il Fiscal General Álvaro García Ortiz per il presunto delitto di rivelazione di segreto legato alle indagini condotte dalla procura di Madrid contro il compagno della Presidente della Comunità di Madrid.
La questione è che costei, Isabel Diaz Ayuso, è la più attiva oppositrice di Sanchez, nonché l’astro emergente del PP. La Ayuso sostiene che la fuga di notizie che ha riguardato il suo compagno fosse strumentale a creare uno scandalo nei suoi confronti. E che l’indagine contro il suo compagno sia emersa in articoli di stampa è attribuito a “fughe” di notizie che sarebbero state pilotate proprio da García Ortiz il quale, pur essendo un magistrato e come tale in posizione di “terzietà” rispetto alla politica, è sospettato di aver agito dietro impulso del governo.
Ovviamente qui il tema, al di là del fatto specifico, è che, se le accuse fossero provate, rivelerebbero un uso politico della magistratura da parte del Governo nazionale. Qualcosa che non sorprenderebbe, se la Spagna fosse un regime dittatoriale.
Da tutti questi e altri scandali insistentemente presentati da organi di stampa avversi al governo, Sanchez si è sempre difeso sostenendo fossero “bulos” (bufale, fandonie). Ma da un po’ di tempo anche il giornale per eccellenza filogovernativo, EL Pais, ha preso a parlarne come di un problema serio per il governo (v. per esempio: https://elpais.com/espana/2025-06-17/el-informe-cerdan-apunta-un-supuesto-intento-de-la-trama-de-modificar-el-sistema-de-licitaciones-para-tener-mas-control.html ).
Il problema ora è se le forze politiche antagoniste siano credibili come potenziali forze di governo.
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