La ripresa in termini finanziari, in determinati settori, riveste un’importanza fondamentale per i centri urbani italiani. Essa ha un’importanza strategica, in primis è mirata a un miglioramento dell’economia locale, nello stesso tempo serve a migliorare lo stile di vita dell’intera comunità sociale ed economica. In merito, esistono degli strumenti appositamente studiati per uscire da determinate situazioni di stallo finanziario e sociale, gli istituti delle zone franche urbane. Le zone franche sono parti di territorio di uno Stato che usufruiscono di un regime fiscale particolare: le merci possono liberamente entrare senza assolvere alcun dazio o tributo doganale, non per essere semplicemente depositate ma per essere consumate sul luogo. In queste zone, l’amministrazione finanziaria conserva intatti i suoi poteri di accentramento e controllo. Tali zone sono denominate anche zone economiche libere, dove le imprese godono di alcuni benefici in materia doganale e fiscale.

Esse, sono eredi dei porti franchi dell’impero britannico come Singapore o Hong Kong e all’inizio del secolo scorso, sono passate dal commercio alla produzione agricola in particolare in America centrale, in seguito approdate alla produzione industriale. In Italia, una legge di stato abolì i porti franchi nel 1868, per eliminare le sperequazioni tra i cittadini italiani abitanti nelle città franche e quelli residenti fuori di esse.

In Italia tra i principali porti franchi si ricordano quelli di: Genova, Livorno, Civitavecchia, Messina, Trieste. Tramite le zone franche, l’obiettivo principale è di attirare gli investimenti esteri, creare posti di lavoro, sviluppare industria nazionale e infrastrutture, favorire i trasferimenti di tecnologia e procurare moneta. Le norme sulle ZF, con l’unificazione del territorio doganale comunitario, sono contenute nel Codice Doganale Comunitario Aggiornato agli artt. 155-161. Si possono classificare diversi tipi: ZF classica, caratterizzata da agevolazioni in tema di diritti doganali e imposte indirette, in questa categoria rientrano quelle commerciali, industriali, magazzini franchi e le exclave dove la defiscalizzazione riguarda direttamente un territorio e implicitamente le merci che transitano su di esso. ZF d’eccezione, : caratterizzata da agevolazioni in tema di imposte dirette e di finanziamenti. A tale categoria si ricollegano le zone economiche speciali e le zone d’impresa e di riconversione economica.

In particolare negli ultimi anni, si parla di zone franche urbane, associate a politiche di defiscalizzazione, un concetto nato dalle cosiddette “Urban Enterprise zones” o “ Empowerment zones”. I primi esempi sono sorti negli anni ’80 negli Stati uniti e nel Regno Unito. La politica per le ZFU in Italia nasce nel 2006, seguendo il modello francese delle “Zones Franches Urnabes”.

In seguito nel 2008, si arriva al bando per la selezione delle ZFU e solo nel 2009 sono state rese note le aree prescelte per la sperimentazione, 22 aree selezionate tra 64 proposte: Catania, Gela, Erice, Crotone, Rossano, Lamezia Terme, Matera, Taranto, Lecce, Andria, Napoli, Torre Annunziata, Mondragone, Campobasso, Cagliari, Quartu Sant’Elena, Iglesias, Velletri, Sora, Pescara, Massa Carrara, Ventimiglia. La scelta è stata fatta in base a degli indicatori socio – economici, di occupazione, disoccupazione e di concentrazione giovanile. Questi strumenti, rappresentano un’esperienza veramente rivoluzionaria già utilizzata in altri paesi europei che hanno dato ottimi risultati, dando un supporto importante per l’economia delle nostre città

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