Cultura e luogo. Olimpia Niglio: recuperare il filo interrotto della tradizione

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Riprendiamo, per gentile concessione dell’autore, dal magazine settimanale Americaoggi7 dell’11 aprile 2021:

Di Piero Piccardi

Poche persone possono vantare una visione globale del mondo dell’architettura e della sua storia come la professoressa Olimpia Niglio, che ha insegnato architettura comparata e storia del restauro in Italia e in Colombia, e che adesso è titolare di due cattedre in Giappone, all’Università di Tokyo e All’università di Kyoto. Autrice di diversi libri dedicati ad architetti italiani che hanno trovato successo e gloria nel mondo, dirige la rivista Esempi di architettura e proprio con la sua rivista ha lanciato un programma che in poco tempo ha coinvolto partecipanti di oltre 40 paesi.

Olimpia, Come si chiama il tuo programma e quali finalità persegue?

Il progetto si chiama “Riconnettiti con la tua cultura”, nella sua versione originale “Reconnecting with your culture”: mi riferisco alla cultura locale che può essere fatta di arte, di paesaggio, di eventi, di tradizioni, ma anche alla cultura familiare, perché il dialogo interfamiliare si è un po’ perso negli ultimi tempi

In concreto, come funziona il vostro programma?

Nella sostanza abbiamo lanciato un invito a partecipare nelle tre lingue ufficiali accreditate all’ONU, inglese francese e spagnolo, e a queste si è aggiunto anche l’italiano perché il progetto è adesso ufficialmente sponsorizzato dal nostro Ministero degli Esteri. In pratica l’invito viene rivolto a scuole, associazioni, istituzioni, istituti di cultura e altre organizzazioni che possono avere un dialogo diretto con le giovani generazioni alle quali ci rivolgiamo, i bambini e ragazzi in età scolare delle elementari, delle medie e delle scuole superiori. Nella pratica, chi intende partecipare viene invitato a individuare un qualcosa che abbia un valore culturale, materiale o immateriale, da ricercare non solo in quello che vede intorno a sé, ma anche nelle tradizioni, nei ricordi, nelle memorie familiari.

Individuato questo elemento, i partecipanti cosa devono fare?

Debbono esprimere le sensazioni che hanno raccolto o i ricordi che sono riusciti a riesumare in un disegno, da corredare con un commento di massimo 500 caratteri. Abbiamo scelto di usare il disegno come risultato della ricerca, perché riteniamo il disegno non solo un linguaggio universale, ma anche lo strumento più diretto ed efficace per comunicare le impressioni ricevute e facilitare il confronto ed il dialogo.

Quali sono i limiti di età e le condizioni di partecipazione?

Ci rivolgiamo ai bambini e ai ragazzi tra i 5 e i 17 anni, e non c’è assolutamente alcun costo da sostenere. Miriamo a creare legami, si partecipa individualmente o in gruppo. Una volta fatto il disegno, ci si collega via internet al nostro sito www.esempidiarchitettura.it all’interno del quale si trovano i link che guidano direttamente al progetto. Le adesioni che stiamo raccogliendo e i disegni che ci arrivano ci consentono comunque di andare al di là della semplice valutazione degli elaborati. Intendiamo facilitare lo scambio di esperienze anche attraverso la creazione di gruppi di lavoro, seminari, gruppi di discussione per interessi omogenei e quant’altro. Abbiamo già avuto partecipanti da oltre 40 Paesi diversi, e il numero di paesi che riusciamo a toccare sta costantemente crescendo. Collaborano con noi Istituzioni di tutti i continenti. Recentemente si e’ associata anche una scuola di base nell’Antartide!

C’è una scadenza per la presentazione degli elaborati?

C’è una prima scadenza che abbiamo fissato al 31 maggio prossimo, ma che rappresenta solo un primo passo, perché abbiamo individuato grandi valenze formative nel programma educativo che abbiamo lanciato e lo stiamo affinando ulteriormente, rafforzandolo con il supporto di istituzioni di vari paesi.

Che destino avranno gli elaborati che ricevete?

Ci sarà una grande esposizione, ovviamente virtuale, sulla rete, che verrà diffusa e promossa da tutte le istituzioni che collaborano, al fine di consentire a tutti di vedere cos’hanno creato la fantasia e le scoperte dei ragazzi. Inoltre un gruppo di docenti da istituti di diverse nazioni, tutti particolarmente attenti al mondo dell’editoria per ragazzi, giudicherà i disegni arrivati, per scegliere quelli che saranno pubblicati in un libro, da considerare come la base per un innovativo metodo pedagogico per la riconnessione culturale, che rimane il fine ultimo del nostro lavoro. In definitiva, avviamo i bambini e i ragazzi che partecipano a una nuova esperienza formativa che, nel ricollegarli alla loro cultura, rafforza il loro percorso scolastico e li stimola verso nuove curiosità e scoperte.

Compresa la ricerca delle proprie radici, immagino.

Certo, e questo spiega il sostegno pieno che ci sta dando la Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese al Ministero degli esteri, guidata dall’Ambasciatore Dr. Lorenzo Angeloni, con l’impegno diretto del Consigliere Dott.ssa Valentina Setta, della Prof.ssa Serena Bonito e della Dott.ssa Raffaella Giampaola.

Quale ti aspetti sarà il futuro di questo progetto?
Al di là delle prime scadenze fissate, siamo convinti che questa particolare metodologia didattica rafforzerà l’interesse per la cultura, faciliterà il dialogo intergenerazionale e, tutto sommato, aiuterà a creare un mondo migliore.
Piero Piccardi 28 Marzo 2021
fonte: https://ita.calameo.com/read/00020935081f7582e2536

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